Qual è il momento giusto per far nascere un progetto

Giugno, agosto e settembre 2018, cioè i tre mesi in cui ho trascorso ogni minuto libero del mio tempo per lanciare TravelWithGusto, il punto di riferimento per chi viaggia per cibo.

Tre mesi e un processo lungo un anno, con una domanda che è il tema di questo post: perché WithGusto è arrivato oggi, e non prima?
La risposta breve è: WithGusto non sarebbe potuto nascere prima perché non avevo abbastanza Karma positivo.

La Treccani definisce il Karma come il

Termine che, nella religione e filosofia indiana, indica il frutto delle azioni compiute da ogni vivente, che influisce sia sulla diversità della rinascita nella vita susseguente, sia sulle gioie e i dolori nel corso di essa; sinon. quindi di «destino», concepito però non come forza arcana e misteriosa, ma come complesso di situazioni che l’uomo si crea mediante il suo operato.

La risposta lunga è qui sotto.
Non si conclude con un riferimento spirituale ma parte da presupposti simili: quello che di noi riflettiamo nel lavoro, che si traduce in quello che portiamo o meno a compimento, è il frutto delle azioni precedenti in cui abbiamo dato, ci siamo fatti coraggio, abbiamo sostenuto qualcun altro.

Altro da sé

Le guide WithGusto sono nate dalle “Guide Montera”: così amici e conoscenti chiamavano i post, i consigli, gli articoli scritti da me dedicati a chi viaggia per cibo.

Quando ad agosto del 2017 ho chiesto un preventivo a Simona perché trovasse un nome per questo progetto, pure lei non era tanto convinta.

Perché io te lo dico, poi decidi tu, ma se fossi in te io al naming “Guide Montera” ci penserei, soprattutto ora che hai rifatto il sito, ora che hai quel bel logo, ora che hai rifatto il tuo personal branding. E poi suona bene, insomma non hai un cognome come il mio che se lo dici ad alta voce, GuideSciancalepore, uno non sa a cosa pensare.
Insomma se vuoi ne parliamo.

Io le rispondevo così:

Ci ho pensato anche io alle Guide Montera, ma il mio progetto è scriverle io i primi tempi e poi trovare collaboratori che scrivano dei luoghi in cui vivono.
Per cui a un certo punto questo progetto si svincolerà da me, e non so quanto senso avrebbe tenerlo legato al mio cognome.

È andata a finire che di guide non ne ho scritta, e spero di non scriverne, nemmeno una.

Quello che sarebbe stato il progetto totale di WithGusto me lo sono chiarita col tempo, ma cercare un nome che non comprendesse il mio indicava una direzione: volevo produrre qualcosa che fosse altro da me.

Sempre in quel periodo, ho perso il desiderio che mi ha accompagnato per tutta la vita: scrivere dei racconti, o un romanzo. Svelarmi attraverso le parole. Raccontare per sgrovigliare. Mostrare la mia storia, sommare i fatti.
Ho continuato a scrivere in maniera privata, ma è venuta meno il senso di urgenza: quella situazione in cui l’acutezza di quello che provi è tale che tradurla in parole è l’unico modo per dargli una forma che ti faccia meno male. E per spiegare agli altri un pezzo di una storia che ti sembra orribile raccontare a voce.

Tra agosto e settembre 2017 non ho solo assegnato un nome a WithGusto: ho messo a posto quei pezzi della mia storia che fino a quel momento ho gettato fuori, sempre e solo col mio nome, per dargli un senso e un impatto, per bisogno e per agitazione.
Tra agosto e settembre 2017 ero pronta per coltivare qualcosa che non fosse me: non un progetto in cui crescere e manifestarmi, ma un’idea da irrorare e nutrire.

WithGusto non sono io, ma un progetto imprenditoriale che è anche altro da me, e a cui do il meglio di me.
E no, non avrei potuto farlo prima.

Fare e sbagliare

Tre anni fa ho seguito un percorso di terapia strategica breve di cui ho già parlato.
In breve: era l’anno del divorzio, per un anno ho creduto di sentirmi meglio di come stessi, mi ero imposta una performance di produttività salvo poi ritrovarmi, dopo mesi di up, in un blocco totale. Per un paio di mesi non sono riuscita a decidere nulla, perché avevo paura di tutto. La terapia mi ha aiutato moltissimo in quella fase, ed è stato uno dei momenti più importanti in cui ho cambiato il modo di prendere decisioni.

Convivo con una forte mania del controllo: cerco di non perderlo mai, per mille ragioni. Questo si affianca a un modo sempre ponderato di prendere le decisioni, e anche con una memoria infida che sottostima le volte in cui ho fatto delle scelte senza avere un atterraggio solido e, sorpresa, è andata comunque bene.

Spesso, quindi, ho ancora paura di decidere, e quindi di fare cose: tra giugno e settembre del 2018, ho dovuto decidere e fare mille cose, per lo più da sola.
Non avevo tempo, non avevo altre possibilità: o prendevo una posizione, o si sarebbe bloccato tutto.
Ho fatto senza sosta, capendo che fare le cose (a modo mio) era l’unico modo per farle: via i confronti, via i riferimenti, via i tentennamenti.
Al massimo, si sbaglia, e se sbagli, non sei tu a essere sbagliato.
Ho anche cucinato il polpo per la prima volta, e no, non avrei potuto cucinarlo prima.

Nascere

Il 13 settembre 2018, il giorno prima di lanciare il sito di WithGusto sono andata al mercato dei contadini di Piazza della Repubblica, e ho comprato tre piante grasse.
Ho chiesto alla signora che era dietro il banco di consigliarmi tre piante che non avrei rischiato di uccidere: è stata una vendita lunga, un po’ perché lei era distratta, un po’ perché io avevo dubbi – ho sempre fatto fuori tutte le piante che ho avuto.
Alla fine ho scelto tre piccole piante grasse e sono tornata a casa: le ho travasate, dopo aver comprato il terriccio apposito e persino un paio di guanti per le spine.

In quel momento ho realizzato che non avevo paura di prendermi cura di qualcosa che avrebbe potuto vivere, di qualcosa che avrei dovuto nutrire io.

Ho pensato: vedi, ho gli strumenti, la competenza, l’intelligenza, il cuore e il coraggio di far nascere qualcosa e prendermene cura.
Se finora non l’ho fatto, è perché c’è stato un qualcosa che ora ho messo a posto, una paura che non sento più.  WithGusto non poteva nascere in un altro momento se non in questo, in cui ho un cactus in casa e non ho paura di gestirlo.

Dammi 3 parole

Le condizioni per dare vita a un progetto, per trasformare l’idea in un materiale che ha un peso, non hanno a che fare solo con l’equilibrio, la capacità di gettarsi, la costanza per accudirlo: servono soldi, reputazione, contatti, capacità di comunicazione.

Non c’è motivazione che basti se prima non hai coltivato quelle cose. Non esiste nulla che nasca dal nulla, per cui: cominciate a fare. E comprate un cactus.

 

[Photo by Ember + Ivory on Unsplash]

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C'è Un commento

  1. Ammetto che mi sono commossa sia a leggere questo post sia il giorno delle nascita di WithGusto. E poi il 13 è il mio numero.

    Un abbraccio

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