Mercati a Barcellona. Alla Boqueria

Hola a tutti. Abbiamo vinto! Il chorizo è tra le nostre braccia, cullato dai ripiani del frigo più contento del mondo.

Inizia così il racconto della nostra esperienza barcellonese, con quattro chorizi acquistati nel mercato più bello mai visto finora: la Boqueria, in pieno centro cittadino, a pochi metri dalle Ramblas e qualche centinaia di metri dal mare. Ne porta l’odore, del mare, questo mercato ricco e variegato, che ha un carattere conviviale, informale e improntato alla praticità, proprio come appaiono gli abitanti di Barcellona.

Camminando sulla Rambla Cappuccina (concedetemelo, và), a metà della strada, sulla sinistra, appare la magica insegna dell’antico mercato della Boqueria: questa si trova all’interno della classica costruzione in ferro che accoglie i mercati storici, e al centro si nasconde una fontana Gaudì-style. Gli odori scoppiano, e i colori invadono le bancarelle piene di frutta freschissima, di verdure di stagione, di pesce che odora di pesce, e di salumi e formaggi tipici.

Primo miracolo: alla Boqueria si mangia.

Insomma, parliamoci chiaramente, ma dove si vede mai un mercato dove puoi mangiare in loco i prodotti venduti sempre in loco? Se uno ci pensa un pò, e se uno ha l’indole mediterranea come me, gli appare logico: voglio dire, mangiare la frutta del mercato, assaporare il pesce venduto a pochi metri da lì consente di vivere il mercato in tutti i sensi, in tutto il suo ciclo, dall’acquisto al consumo.

Ed è un’esperienza bellissima, che non lascia dubbi al cliente: quante volte capita di andare a un mercato che si conosce poco, perché si è nuovi del posto e tornare a casa con mille fregature? Fino a due settimane fa ero felicissima del mio mercato vicino casa perché avevo trovato un signore dalla faccia simpatica che vende fave buone, limoni biologici e il tarassaco: e dove lo trovi qui a Milano il tarassaco? Ma poi le melanzane non erano granché, e i pomodori così così. E poi, vista la Boqueria, ogni confronto porta a una sconfitta.

Allora alla Boqueria, nella bancarelle della frutta, potrete comprare i frullati fatti al momento con la frutta del mercato, vaschette con macedonia e la forchettina per mangiarla. Capito, vi danno la forchettina. Qui si tratta di esempio di somma civiltà, al pari delle centinaia di panchine che rivestono Barcellona: puoi sederti comodamente dovunque, e puoi mangiare la frutta con la forchettina. Civiltà altissima!

Secondo miracolo: alla Boqueria si spende poco e la scelta è ampia.

Le verdure sono tutte a circa 2 euro al chilo se costano tanto: in genere si viaggia sull’euro, euro e mezzo. Fate voi: ciliegie a 1.50 euro, peperoni, melanzane, fragole, cavoli. Prezzi da mercato, ma da mercato vero. Una volta a Bologna ho visto le ciliegie a 17 euro al chilo: no, non è possibile, me ne vado a Milano! – ho pensato. Ah ah.

Il pesce è stata una visione: tilapia, tonno, granchi e granseole, aragoste e scampi, mitili di tutti i tipi, orate e pesce spada, pesci enormi, pesci di tutti i tipi alla metà se non a un terzo del prezzo che trovo in Italia. Un dentice di un chiletto costava 7 euro: per una ricetta che vi daremo a breve, ne ho comprato uno da 600 gr, e ho speso 22 euro. Fate voi. Pesce freschissimo, che ti veniva voglia di imbastire un banco da sushi lì per lì. Sulla carne non vi so dire perché non ne compro molta e non ne capisco molto.

E i salumi: chorizi e jamòn iberici che si stagliavano con l’autorità di stalattiti dalle norcinerie del mercato, sanguinacci e salsicce, pancette e molti altri modi di stanare e rendere commestibile un animale. Un paradiso: e anche qui, una sorpresa dal punto di vista economico. Vi dico solo che siamo tornati con 4 chorizi, di cui uno del celebre Joselito: da Peck costa 60 euro al chilo. Noi l’abbiamo pagato 28 euro al chilo. Capito perché tenevamo tanto alle nostre valigie?

Terzo miracolo: alla Boqueria si mangia di tutto, e non solo la frutta.

Ci sono circa una decina di posti dove mangiare: dalla bancarella che serve pasta con legumi (e badate bene, da una parte ci sono scodelle di pasta scondita e dall’altra i legumi, fate voi) a quella che serve pesce in vari modi, dal baretto simil friggitoria al celebre Pinotxo, il quale serve tapas e cucina fresca di mercato (noi l’abbiamo mancato: il primo giorno alle 15 gli era avanzato solo il gazpacho e l’ultimo mi ero beccata il famoso virus per cui son dovuta scappare dal mercato che sennò ci svenivo dentro dalla nausea. Ho mangiato un pezzo di pane. Ma la prossima Pinotxo non mi scappa).

Una nota di colore: quando il primo giorno abbiamo provato a pranzare da Pinxtos, stavano cuocendo gli ultimi scampi rimasti: li hanno cotti sulla piastra, rovesciando il contenitore che li ha visti vivi per l’ultima volta, e morendo lentamente davanti ai nostri occhi. Uno spettacolo.

Alla Boqueria abbiamo vissuto il primo approccio alla cucina catalana da Organic, un ristorante vegetariano gestito da Antonia, una signora dall’aria sciroccata e con un cappellino improbabile che sfornava lasagne vegetariane, verdure ripiene, frittate di ogni tipo con grazia e simpatia. Io ho preso una melanzana ripiena: l’ha messa in una vaschetta di plastica take-away, che come d’incanto ha cominciato a riempirsi di verdure, salsette, olive. Alla fine paghi 9 euro e mangi bene e tanto. La filosofia del falafel (pensi di mangiare un pò di manzo e ingurgiti altre 2000 calorie per scherzo, tra salsette cipolla e chissàcosa) applicata alla melanzana: geniale, e saporitissimo.

Quarto miracolo: Fabrizio ha trovato quattro cocottine di Creuset, a 15 euri.

Non a testa. Per la Boqueria il racconto finisce qui, col consiglio di andarci se passate per Barcellona perchè ne vale davvero ma davvero la pena.

Altro mercato, altra storia Lunedì siamo andati al Mercato di Santa Caterina, e ne siamo usciti così demoralizzati che non abbiamo nemmeno provato il ristorante del mercato che era tra i preferiti da sperimentare. Dal punto di vista architettonico, è una meraviglia per lo sguardo: travi in legno, copertura colorata, linee morbide e luminosissimo. L’interno, la vita, il modo in cui è concepito il mercato in sè ci è risultato davvero deprimente: bancarelle monolitiche simili a gastronomie solitarie e un pò tristi. Come quelle che puoi trovare in molti mercati coperti. Pulito. Insomma, non accogliente.

Alla Boqueria, avessimo avuto una borsa frigo, adesso ci sarebbero dei tonnetti a sguazzare nella vasca.

Mercato de la Boqueria

Plaça de la Boqueria
A sinistra della Rambla Capuxins, andando verso Plaça Catalunya, all’altezza dell’89 bis
Barcellona
www.boqueria.info

Mercato di Santa Caterina

Francesc Cambò 16
Ciutat Vella (quartiere)
Barcellona
www.mercatsantacaterina.net

 

Iscriviti alla mia newsletter

Vuoi ricevere anche gli articoli del blog?

Ci sono 3 commenti

  1. Barcellona mi è rimasta nel cuore e il mercato della Boqueria anche, ancora ripensiamo alla colazione con frutta fresca al mattino, da portarci in spiaggia o in ufficio.
    Già la civiltà :)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
Tutti i campi sono obbligatori.