Perché visitare l’orto botanico di Torino

Vivo a Torino da quasi sette anni e solo due anni fa ho scoperto che esiste la possibilità di visitare un orto botanico in questa città – e che sorpresa: esiste un orto botanico!

Gli orti botanici sono una delle mie mete turistiche preferite quando viaggio, come quello di Copenaghen: visitare un orto botanico serve a rilassarsi, a conoscere architetture inimmaginabili, a viaggiare attraverso climi e a latitudini diverse rimanendo sempre nella stessa città.

Come capita a molti, non è mai facile fare la turista nella tua stessa città: il weekend si scappa via, o si è infastiditi dai turisti, o ci si appallottola sul divano per rilassarsi. Mi rendo conto che visito Torino in occasioni speciali come OpenHouse o quando vengono in visita i miei amici, più che da sola.
Questa estate però sono rimasta qui e ho fatto la vera turista, ma ve ne parlerò in un post a parte.
In questo vi do alcuni consigli per visitare l’Orto Botanico di Torino e vi mostro alcune foto, per farvi venire ancora più voglia.

Qualcosa di mio, qualcosa di verde, qualcosa di futuro

Non è uno dei soliti post: non ha nulla di gastronomico o di marketing, è 100% informazione turistica. Lo scrivo perché

  • È uno dei posti che più mi ha sorpreso in questa città
  • Sono 3 persone a gestire il tutto: questo post è per loro, per ringraziarli del lavoro e della dedizione
  • Il 7 settembre apro il canale Instagram del mio progetto, e credetemi, vi parlerò moltissimo di quello. Godetevi quindi questo post neutro, che ha un unico buon proposito: portarvi lontano dalla città rimanendo in città. Dovremmo farlo tutti più spesso!

Quando visitare l’orto botanico di Torino

L’orto è aperto dal 14 aprile al 28 ottobre, e si trova all’interno del Parco del Valentino, a pochi metri dal Castello del Valentino: ci sono orari diversi a seconda che sia sabato o altre giornate e potete consultarli qui.
Il biglietto costa 5 euro ma attenzione: potete visitare il boschetto solo con le visite guidate, durante il weekend o nei festivi, o su prenotazione.

L’orto ha quasi 200 anni e una delle serre – quella dedicata alle piante tropicali – è di questa epoca. È una serra piccolina e umida, ma io mi ci sono sentita al sicuro. È talmente piccola che il timore di far cadere qualcosa o pestare una pianta è molto verosimile, ma quando ti giri verso l’ingresso e vedi i mille incroci di piante, legno e acqua, sei più nutrito anche tu.

Ci sono tre laghetti – la struttura è molto regolare, perfettamente sabauda. Il primo è pieno di fiori di loto ninfee: attenzione a non superare i bordi della recinzione perché la struttura sembra molto delicata.

Nel secondo laghetto c’è un busto austero perché siamo a Torino e senza austerità non riusciamo a essere simpatici, e nel terzo c’è Cornelio, un’oca con spirito fumantino e becco tenace: non avvicinatevi troppo, ma parlategli, sembra che gli faccia piacere.

Quando ho visitato l’orto la serra delle agavi era in costruzione, ma ho goduto tantissimo di quella delle succulente: cactus e agavi ovunque, in questa serra calda e secca. Ad averlo saputo, avrei fatto le foto del mio sito qui invece che altrove.

C’è la serra delle piante sudafricane, quella più nuova e ambiziosa: qui sono riprodotti ambienti diversi, con diverse necessità di acqua e manutenzione. Alcune specie vengono nutrite a mano, allattate oserei dire: poche gocce alla settimana, per tenerle in vita.

Sono curiosa di tornare a vedere l’Orto Botanico in primavera, e passeggiare tra fiori e piante. In diversi periodi dell’anno vengono organizzati eventi non solo didattici ma anche cinema all’aperto e corsi: potete tenere d’occhio questa pagina o iscrivervi alla loro newsletter.

Buona visita!

 

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