Come è fatta una collaborazione che funziona

In dieci anni di libera professione, ho avuto uno screzio importante con una sola cliente: di sicuro però ho commesso altri errori, e ogni volta ho provato ad aggiustare il tiro per migliorare.
Non è una strada semplice, perché siamo essere umani e perché investire i nostri soldi costa:

  • In senso letterale, quando qualcuno ci paga per una nostra consulenza o quando siamo noi a pagare per un servizio / prodotto
  • In senso più ampio quando ci chiediamo se abbiamo fatto un buon investimento o meno.

In questi dieci anni ho lavorato da dipendente e da freelance, con grandi aziende, realtà di poche persone e libere professioniste: ci sono stati budget differenti, e i rari casi in cui ci sono state frizioni economiche hanno coinciso con delle incomprensioni o aspettative sbagliate sui risultati.
Le persone, cioè, cominciano a dubitare del proprio investimento quando cominciano a dubitare della propria scelta, e, di conseguenza, del* professionista a cui si sono affidate.

Come possiamo far sì che la collaborazione funzioni al meglio e senza ostacoli e ripensamenti? Qui provo a condensare un po’ di riflessioni che arrivano da cosa faccio:

  • Dalla mia attività da consulente formatrice
  • Dal lavoro sull’ascolto e la soddisfazione di chi compra le Food Masterclass
  • Dalle mie scelte e relazioni con i fornitori con cui lavoro per i miei progetti e clienti

6 punti per una collaborazione professionale che funziona

Sarò concisa e breve, perché anche se rientra nei punti qui sotto, nessun cliente o consulente hanno molto tempo da perdere: a monte dovremmo essere tutti bravi a chiarire le idee su cosa proponiamo, cosa chiediamo, in cosa possiamo essere utili e in cosa non. Il come non importa: non ci dovrebbe interessare il processo, ma il risultato. E quello dovremmo averlo più chiaro possibile in testa e a parole: se non è chiaro, compito del consulente / fornitore è individuarlo, merito del cliente è avere aspettative realistiche.

Ed ecco 6 punti per una relazione professionale che funziona.

1. È collaborativa
Nessun lavoro si fa da soli, e a comporre un puzzle ci vanno sempre almeno due mani: una collaborazione è tale solo quando ci si impegna in due. Uno a dare le scadenze e l’altro a rispettarle. Uno a dare degli input sui contenuti e l’altro a riceverli. Nessun cliente può permettersi di essere passivo, nessun consulente dovrebbe avere la gestione di tutto: la comunicazione è costruire un processo condiviso in cui ognuno fa la sua parte. Nessuna strategia o competenza è guidata al 100% dalle idee del consulente, altrimenti ci ritroveremmo con contenuti tutti identici: ai clienti la bellezza di mettersi in gioco e sperimentare le loro idee.

2. È puntuale
Non tutti i clienti sanno quanto tempo ci vuole a fare un preventivo, un sito, una foto, un Reel: cosa succede poi quando un pezzo del nostro lavoro si deve incastrare con quello degli altri? Tocca essere chiari nelle tempistiche: su quelle che prevediamo per la nostra attività, sugli aggiornamenti in caso di ritardi o consegne. Fa parte anche del rassicurare le persone con cui collaboriamo: liberiamo l’orizzonte dai dubbi sul come sta andando, permettiamo alle persone di lavorare con tempi umani o almeno comprensibili in caso in di ritardi.

3. È mediata
Possono esserci momenti negativi quando lavoriamo con una persona e affrontiamo un periodo di incertezze: le nostre, rispetto ai modi e ai tempi con cui l’altra persona sta lavorando. Sempre le nostre ma in rosso, quando il lavoro dell’altra persona influisce su un processo più ampio che ci sottopone a pressioni. Quando succede, può capitare di sfogare questa pressione sul consulente / fornitore, ma il risultato è che le cose peggiorano: come possiamo essere intervenire per stemperare la tensione e raggiungere il nostro risultato? Di norma io chiedo se posso fare qualcosa per accellerare i tempi, mettendo a disposizione me o altri fornitori per intervenire dove l’altro non riesce. Cerco di capire dove è la difficoltà nel flusso lavorativo e propongo soluzioni.

4. È di fiducia
A volte penso che vorrei lavorare come bioinformatico ingegnera spaziale dei siti per svolgere un lavoro senza che nessuno venga a dirmi:

Salvatore Aranzulla dice che non si fa così.

Così come tutti cuciniamo e litighiamo sulla parmigiana di melanzane, quando si lavora sui contenuti, sulla strategia, sulla comunicazione abbiamo avuto tutti una qualche esperienza da cui abbiamo imparato qualcosa. Oppure, abbiamo dei gusti personali di stile che vogliamo si riversino sui nostri canali perdendo di vista il cliente finale. Insomma: nelle collaborazioni affidiamo a qualcuno qualcosa che non sappiamo o vogliamo fare ma che magari alcune volte abbiamo fatto: tocca dimenticare quello che sappiamo come persone e fidarci come clienti.

5. È veritiera
Nessun lavoro sulla comunicazione porta risultati in due mesi. Nessun contenuto, se anche ben fatto, svolterà un business senza una strategia e un investimento sulla distribuzione. Hai lavorato sul prodotto prima di lavorare sul tuo canale Instagram? Alcune di queste premesse devono essere chiare da subito, e devono essere condivise per rendere evidenti gli obiettivi, i risultati e gli investimenti. Certo: fa parte della nostra esperienza e onestà dirlo e anche capirlo.

6. È limitata
Dio ci liberi dai consulenti e fornitori a 360°: sono quelli che possiamo permetterci se abbiamo un budget ridotto, ma non sarebbe meglio investire su un aspetto ma seguito e curato per bene? Una relazione che funziona si basa sulla trasparenza rispetto ai limiti: ecco quello che sappiamo fare per bene. Perdo clienti se non offro anche altri servizi? Ma: quanto posso pensare di soddisfarli se abbozzo servizi su cui non sono competente?

E tu cosa aggiungeresti?

Questi sono i 6 punti di una collaborazione che funziona: valgono per le relazioni professionali, e in tutti gli scambi in cui c’è un investimento di tempo e soldi. Aiuta essere collaborativi, puntuali, capaci di mediare e di ispirare fiducia, essere onesti e consapevoli dei nostri limiti: mica poco.
E tu, aggiungeresti altri punti?

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