Pensavo fosse amore invece era un mascara

Ho scritto l’ultimo post un mese fa. Stasera ho letto 3 cose che dicono qualcosa sulla scrittura, e sulla vita. Eccole.

  1. Cercando fonti per una docenza che dovrò tenere la prossima settimana, sono capitata su un blog dove l’autore, un tale Mario, firma ogni articolo con un sobrio

    Al tuo Successo!

  2. “PERDE 45 KILI MANGIANDO SOLO PIZZA”
    Questo è l’oggetto del comunicato stampa che mi ha inviato Francesca, che lavora per un’azienda di farine. Pasquale Cozzolino è un pizzaiolo di New York (Francesca lo chiama “chef di pizzeria”: forse è il primo passo verso “lavapiatti di tazzine di cristallo”), ha perso 45 chili (con la K, però) da settembre 2015 a oggi. Come? Mangiando “una pizza napoletana al giorno per cinque giorni a settimana unita a tanta verdura, frutta e un buon esercizio fisico”. Francesco si ammazza di kickboxing 2 o 3 volte a settimana, ma si sa, il segreto è la farina.
    Ho scritto a Francesca chiedendole di targettizzare meglio i comunicati stampa, in modo che possano essere rilevanti per mio blog.
    3. L’account di MasterChef su twitter ha usato il verbo ATTENZIONARE.

Sono andata dagli amici dell’Accademia della Crusca: è italiano, dicono.
Non volevo saperlo, in tutta onestà.

Tre cose, dicevamo.

Tre cose che sono tre fatti che sono dinamiche.
Cosa leggi
Come reagisci a un contenuto
Cosa scegli di rendere visibile della tua reazione
Mi sono chiesta: perché non scrivi? Perché non ti esponi?
C’è il tempo, la stanchezza, i viaggi, la vita. Qui c’è una spinta a congelare un ragionamento, lì quella spinta che viene gambizzata da una disposizione opposta: a osarsi senza fiocchetti.
Per diversi anni ho avuto una persona che mi piaceva: l’ho incontrato quando era giovanissimo e io avevo le sopracciglia sottili, ci siamo incontrati diverse volte nel corso degli anni, siamo finiti a letto altrettante. Per un po’ ho creduto che potesse diventare una storia diversa. Una sera è venuto a casa con un amico, abbiamo bevuto qualcosa, l’amico è andato via poco dopo, io e lui ci siamo baciati sulla soglia della porta di casa, a lungo. Fu un bacio bello, credevo fosse importante. Era talmente significativo che quando chiusi la porta scelsi di non scriverne nulla, io che avevo un diario da sempre.
Voglio trattenere questo attimo. Non voglio pensarlo.
Andai quindi in bagno per struccarmi, e lì vidi il mio viso: ero giovane, acquistavo mascara economici, e la mia faccia era quella di un panda disegnato con l’acquerello. Chissà da quanto tempo ero così.
Non ricordo se mi sentii a disagio, o se risi. Ero giovane, non era amore, non era nemmeno un mascara.
È un mese che non scrivo, un mese che rischiare di essere ridicoli sta risultando incredibile.

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