Merging

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Nel 2015 il mio obiettivo era gettare il cuore oltre l’ostacolo, e l’ho fatto: ho cambiato ritmi, lavoro, ho lasciato che la solitudine si attaccasse alla storia di qualcun altro, ho masticato almeno dieci pillole di consapevolezza senza sputarle via.
Ho capito che per me il coraggio nasce dalla capacità di:

  • tenere 3 cose sotto controllo
  • & di far respirare 2 cose di pancia.

Le cose di pancia però si occultano.

Come bimbe piccole, hanno la capacità di rovistare in luoghi remoti della quotidianità, disfare l’ordine delle cose, e di comandare lo spazio in una logica del qui e ora: l’opposto, cioè, di noi che ci rassettiamo la vita convinti che dividere le mutande bianche dalle nere ci fornisca innegabili vantaggi esistenziali.
Ciao, sono la tua pancia: mi ascolti?
Conto sulle dita di una mano le volte in cui ho ascoltato la mia pancia negli ultimi due anni: una volta ho preso un aereo e sono andata in Thailandia, poi c’è stata la lezione di yoga in cui ho pianto, quel giorno in cui ho abbracciato una persona e mi sono arresa, e ora, reduce da un’operazione, in cui ho passato una convalescenza comme il faut.

Eppure: so che la mia testa intelligente sa essere stupida.
Gli scontri che hanno la scia più lunga nascono e muoiono in testa: non ci passano nemmeno dalla pancia, ma soprattutto non si affacciano manco per scherzo alla realtà.
Lo vorrei vedere il mio timore di chi non sa definire il proprio lavoro scendere per strada e fare il gioco della campana disegnando col gessetto i risultati, i clienti, le conoscenze di tutti questi anni: gioca, cervello, gioca, e a quel punto taci.
Questa capacità di sconfiggere i fatti con le supposizioni, come si fa a mandarla via?
Ho trovato il mio obiettivo per il 2016: individuare la parte irrinunciabile di me, e allinearla alla mia vita. Ritrovare l’interezza, ritrovare me.

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