Come si crea un database di foodblogger

Oggi voglio parlarvi di una parte del mio lavoro, che consiste nel creare e tenere aggiornato un database di blogger (nel mio caso: foodblogger): gli obiettivi possono essere diversi (progetti, eventi, invio prodotti).
In questo caso lo scopo è individuare dei foodblogger per invitarli a degli eventi in diverse città.

Ogni volta che ricevete una mail e vi lamentate perché la pr / ufficio stampa vi chiama col nome sbagliato (o non vi chiama affatto, ribattezzandovi CARA COLLEGA), perché crede che voi abitiate a Firenze ma in realtà non avete mai lasciato Catania, eccetera, vuol dire che quel database non è aggiornato, o è stato creato con degli errori.

I passaggi e gli elementi che servono a costruire una lista per un evento sono diversi, e proverò a mostrarveli tutti.

1. Individuare dei foodblogger che siano coerenti con i valori del brand

Se tratto di prodotti vegani, andrò a cercare dei blogger sensibili all’argomento; se come in questo caso tratto di prodotti da grande distribuzione, andrò a cercare dei blogger che facciano la spesa nei supermercati come dal contadino. Se ho il dubbio, chiedo, perché fare gaffes è il primo passo per essere bannati a livello di reputazione.

2. Un primo screening: le valutazioni in base a:

  • Dominio: ha un .it o un .com? Bene. Ha un .blogspot? Nzomma. Ha un .giallozafferano? Può andare ma bisogna approfondire. Ha un .altervista? Ciaone nella maggior parte dei casi. Ha altri domini strani? Mi chiedo perché.
  • Layout: ha un template usato da altri 100 blogger? Male. Ha un header con dei gattini che si agitano? Mi agito anche io. Usa un font che somiglia al comic sans? Digrigno. Ha una palette colori che nemmeno un daltonico? Mumble.
  • Se parte la musica, o le coccinelle dall’alto, lo banno per principio.

3. Mail e contatti

Il principale mezzo di contatto è la mail, ma pare che metterla in evidenza, o pubblicarla, sia un’operazione non scontata. Il più delle volte, non è in home page (nemmeno nel mio blog eh); ogni tanto si trova in qualche colonna a destra, non evidenziata; il caso fortunato vuole che sia nell’about, ma poi ci sono due casi tremendi per una digital pr.

Il primo: il form “contattami”, che implica un passaggio in più non sempre percorribile per questioni di tempo. È uno step che complica, meglio essere diretti e semplici con un indirizzo mail. Il secondo: la mail non c’è. Ora, a meno che quel blog non sia davvero interessante, è un motivo sufficiente per non inserirlo nel database. Perché? La presenza di una mail denota attenzione e volontà di essere contattati: nel caso di eventi, significa quindi che metti qualcuno (pr, azienda) nella possibilità di contattarti. Poi: è sempre e anche questione di tempo.

Se il tuo blog è davvero interessante, allora procedo col Piano B (che vuol dire che devo avere il tempo per farlo): cerco online altri luoghi dove potresti aver pubblicato la tua mail, da Linkedin alla pagina Fb. Altrimenti, ti cerco su tw o fb e te la chiedo via messaggio. Ma devo essere davvero motivata.

4. Social

Qui la questione si fa più complessa perché sono valutazioni che devono rispondere a degli obiettivi strategici che variano da progetto a progetto. In alcuni casi, ma davvero pochi, la qualità dei contenuti è di per sé sufficiente: nella maggior parte dei casi, se questi non sono supportati da una buona comunicazione dei social, e quindi da profili curati che sanno moltiplicare l’effetto e la portata di un post, non bastano.

Quindi: quanti contatti hai e come curi i tuoi profili? Nel mondo ideale, trovo l’elenco ai tuoi profili da qualche parte del blog, li linko, osservo, studio, calcolo. Nel mondo reale i profili dei blogger non sono evidenziati in un unico riquadro, e viene riportato solo la pagina Facebook. Qui è dove mi trasformo in una stalker e: cerco con nome+cognome / nick su twitter per vedere se c’è il profilo, indago su fb per vedere se hanno pubblicato foto da instagram per risalire a quest’ultimo. Il vero mistero è che molti hanno il profilo di G+ al posto della bio, ignoro il perché. Fatto sta che i profili twitter rimangono poco abitati, ed è un peccato perché rimane per me uno degli strumenti migliori per raccontare, live, un evento.

5. Dove vivi?

Ecco, se organizzo un evento a Cosenza non inviterò una foodblogger trentina, a meno che non abbia senso e budget per lo spostamento. Quindi provo a capire dal blog la città in cui il blogger vive: niente, informazione spesso inesistente. Quindi, cosa faccio? Stalkero per la seconda volta, cercando dai profili facebook, e dalle vostre foto su instagram (sì, guardo le foto e vedo se ci sono geotag, e se non ci sono provo a riconoscere i luoghi).

6. Il file ultimo

Una volta che ho tutte le informazioni, le ho organizzo in un file, in cui segno: nome, cognome, mail, link al blog, link ai profili social con relativi numeri di fan / follower, città, note.

Esiste ovviamente il caso in cui non vogliate essere contattati, perché per voi il blog non ha nulla a che fare con eventi e collaborazioni con aziende: nel caso contrario, il mio consiglio è quello di ottimizzare la vostra presenza online per farvi trovare, e scrivere.

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Ci sono 10 commenti

  1. Bel post, utilissimo.. incredibile ma vero, sembra che io abbia quasi tutto a posto!
    Con questa consapevolezza, e sei colombe pasquali in lievitazione, la mia giornata ha preso una bella piega!
    A presto :)

  2. Mi consoli molto, ho “quasi” tutti i requisiti richiesti, forse mi manca solo la localizzazione e al posto della sola mail ho messo anche, in alternativa, un form (per chi lo preferisce). ;)

  3. Bene allora sembra che abbia tutti i requisiti per essere inserita nel tuo database!!
    Bando alle ciance comunque, trovo il tuo articolo molto interessante ed anche io scappo dai blog con musichette di sottofondo e coccinelle cadenti …

  4. Abbiamo in comune il ban automatico per musica e coccinelle. Mi rincuoro: pensavo fossi io un carattaraccio, io da sola.:)
    /brava, ottimo approccio e ottimo risultato :)

  5. Ciao,
    bell’articolo, l’ho letto con interesse, anche io per lavoro mi occupo di contenuti web.
    Solo non ho capito perché non ti piaccia Altervista, che è dove lavoro ;)
    Certo, ospitiamo circa due milioni e mezzo di siti, e non tutti sono belli o interessanti ma perché dici di voltarti dall’altra parte se incontri un dominio dei nostri?
    Ci impegniamo per dare ai blogger quello che serve per creare un sito di successo: risorse tecnologiche di alto livello, facili da usare e con la possibilità di guadagnare, il tutto completamente gratis.
    Blog come “Panna, zucchero e farina”, “Le Fit Chef”, “Ho voglia di dolce”, sono bei blog di ricette con una personalità definita, un seguito importante e sono tutti su Altervista.
    Forse esiste una percezione negativa verso i servizi gratuiti, anche quando sono di affidabile qualità, come Altervista.
    Be’, certo che sono di parte ;)
    Un saluto,
    Diego

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