Fujiyama, sala da tè a Venezia (ma anche B&B)

In visita a Venezia, dovendo far posada, la lista lunga e pubblicizzata comprende di solito caffè storici, banchi da cicchetti rinomati, bar-à-spritz giovini e di battaglia. Dalle parti di Calle San Barnaba, cioè in centro ma un passo appena accanto al carrozzone dei forzati della Serenissima, vi è invece una sala da tè. Il Fujiyama sarebbe un bed & breakfast, in realtà, con accoglienza, teiere e dolcezze. Minuscola saletta e cortile riservato e bellissimo.

Uno stacco violento dal tipico lagunare. Si ricalcano suggestioni nipponiche, in scala minimale veneziana. Vi è tranquillità e un’offerta di qualità nella carta degli infusi. Cinesi e giapponesi, gli oolong, i verdi, i neri. Puri e aromatizzati. Il capuccino al matcha che farà inorridire il purista ma è una coccola piacevole e diversa. D’accompagnamento dolci autoprodotti. Muffin, brownies, croissant, quel che si vede nella piccola vetrina in ingresso, e ce n’è finché ce n’è. Dipende dal turismo e dall’appetito degli ospiti. Locale diurno, si chiude alle venti, con l’idea di una sosta diversa prima della cena.

Servizio curato, aperto alle richieste e a qualche idiosincrasia, ché nel mondo del tè non è difficile incontrare puristi del rituale. Della doppia infusione, del tea-time personalizzato. Prezzi più che onesti, con teiere sotto i quattro euro.

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